Incontri

Ti osservavo proprio come si osserva qualcosa di bello e di prezioso, come un’opera d’arte, in silenzio ti studiavo mentre parlavi.  Non serviva avvicinarmi più del dovuto per  guardare il tuo viso e le pieghe che prendeva il tuo sorriso mentre mi raccontavi di te. Mentre giravi il caffè e un raggio di sole ti illuminò gli occhi, notai che nulla era cambiato, anche se a distanza di anni, tu eri tu ed io ero io. Eppure il tempo non si è mai fermato, è passato inesorabile per un periodo che mi sembrò indefinito e nonostante ciò adesso siamo qui, e parlarti mi sembra così strano che preferisco rimanere in silenzio, perché tanto ogni parola adesso sarebbe superflua e potrebbe aprire voragini in cui nessuno vuole più ricadere. Rimango ad ascoltare te, che sembri non cogliere i miei pensieri, e a notare che le tue mani curate sono migliorate nel tempo, ma che il tuo modo di parlare è sempre lo stesso. Faccio cenno di continuare ad ascoltarti per poter osservare ancora tutto quello che in questi anni ricordavo di te e che fino a questo momento era chiuso nella mia mente, sbiadito ma ancora vivo … e solo in quel momento, solo mentre il tuo caffè diventò freddo e il vento mosse i tuoi capelli coprendo il tuo sguardo , mi sembrò che il tempo si fosse veramente fermato, che tutto intorno fosse fermo e che ci fossi solo tu.

Quella notte, quando il tempo ripartì, il ticchettio dell’orologio scandì i battiti che sentivo nel petto. Erano costanti e il cuore sembrava inspiegabilmente sano, sembrava non aver subìto nessun danno. Quella notte anche l’ultima ferita fu rimarginata.

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